Le rose ci precedono
Abbiamo ragione di credere che le rose abbiano preceduto l’uomo
su questo pianeta.
Alcune fonti, in base ai reperti fossili, fanno risalire la
data di nascita di questo meraviglioso fiore nell’ era terziaria ( da 65 a 1,8 milioni di anni fa).
Senza l’intervento
dell’uomo, le rose crescevano selvatiche e senza nome sulla superficie
terrestre. Si presume che le rose di epoche preistoriche avessero fiori
semplici costituiti da cinque petali. La loro riproduzione avveniva per mezzo
dei semi, e davano origine a discendenze identiche ai genitori. Successivamente,
secondo le leggi Darwiniane, esse svilupparono un profumo e un colore così
belli che divennero irresistibili per gli insetti, importanti per l’impollinazione
delle rose. Fu così che si svilupparono nuove varietà e diversità. Non
solo, inizialmente la rosa non aveva spine, ma esse furono il risultato di un
gradino evolutivo successivo che permetteva loro di difendersi dai predatori
aumentando la probabilità di sopravvivenza. Nel VI secolo, Ambrogio, Vescovo di
Milano sostenne: “Un tempo, la rosa cresceva senza spine con gli altri fiori
della terra, fioriva senza doppiezza il più bello tra i fiori. Poi essa protesse
con spine la leggiadria del suo fiore. Questa è una metafora della vita umana,
che così spesso con i vicini aculei delle preoccupazioni trasforma il dolce
piacere del suo agire in pungente dolore”. È una metafora bellissima, tuttavia,
egli la utilizzò per identificare nelle spine il peccato della prima coppia
umana e il loro conseguente allontanamento da Dio.
Tornando alle nostre rose, l’incontro tra gli uomini e le
rose sembra risalire intorno al Neolitico. Si presume che inizialmente esse furono
apprezzate per le loro qualità commestibili. La maggior parte conoscerà le
proprietà nutrienti del frutto della Rosa canina, a cui sono associati, data la
sua generosa quantità di vitamina C, effetti benefici quali antiossidanti,
antiinfiammatori e antidolorifici. Tuttavia, come sostiene Peter Beales nel suo
libro “Le rose classiche”, non si può negare che gli uomini e le donne, anche
in tempi così lontani, non siano stati affascinati dal profumo e dalla delicatezza
di questo particolare fiore. Risulta difficile pensare che il suo destino si
sia intrecciato con quello dell’umanità solo per la sua commestibilità.
Continuiamo il nostro viaggio nel tempo, sembra che le rose
abbiano fatto la loro prima comparsa nei giardini coltivati da uomini e donne
intorno a 5000 anni fa e presumibilmente in Cina. Le prime specie si
svilupparono con molta probabilità nell’emisfero boreale, cioè a nord dell’equatore,
vale a dire: Europa, America, Asia e Medio Oriente.
La Rosa gallica, la Rosa canina e la Rosa moschata sono tra
le specie più antiche da cui originano gran parte delle varietà moderne. Le
loro rose erano semplici, a cinque petali, e fiorivano solo ed esclusivamente
in primavera. In seguito, comparvero rose dalle geometrie più complesse dotate
di un fiore doppio o stradoppio. Il carattere della rifiorenza, e quindi la
possibilità di generare fioriture in altre stagioni e non soltanto in primavera,
non era ancora presente in queste antiche madri delle rose. Tuttavia, come si è
detto poc’anzi, la Cina sembra essere tra i paesi con la più remota tradizione
di coltura delle rose. Non a caso dobbiamo proprio al popolo cinese la
conquista della rifiorenza. Durante il sedicesimo secolo, alcuni visitatori
della Cina e dell’Estremo Oriente segnalarono la presenza di rose che vantavano
un luogo periodo di fioritura. Con il passare del tempo, durante il
diciottesimo secolo i viaggi tra l’Europa e L’Oriente si intensificarono. Probabilmente
sulla nave di un mercante europeo viaggiò anche la famosa rosa cinese con
caratteristiche così straordinarie. In Olanda iniziò ad essere coltivata La Rosa
chinensis, che raggiunse rapidamente l’Inghilterra.
Oggi, infatti, tale rosa è notoriamente conosciuta con il nome di “Old Blush”.
Oggi, infatti, tale rosa è notoriamente conosciuta con il nome di “Old Blush”.
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