Non Solo Equinozio
Il significato etimologico del termine equinozio richiama la parola latina “aqeuinoctium”, composta dal termine “aequus”, che significa “uguale” e “nox” che sta per notte. Infatti, durante l’equinozio le ore del giorno sono uguali alle ore della notte. Ciò significa che ci aspetta un radioso futuro dove il sole la farà da padrone, le giornate saranno sempre più lunghe e luminose fino al solstizio d’estate. Questo è ciò che possiamo trovare su ogni articolo o sito internet sull’ equinozio di primavera. Tuttavia, io non ho fatto a meno di pensare a quanto questi passaggi obbligati e ricorrenti dei cicli delle stagioni rimandino a una visione circolare del tempo. Ho fatto qualche ricerca, e sono rimasta affascinata nello scoprire che proprio la rosa, protagonista del seguente blog, è stata tradizionalmente associata alla ciclicità del tempo.
Alfredo Cattabiani
nel suo libro “Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante” fa notare come
la struttura concentrica della rosa evochi tradizionalmente l’idea di ruota,
simbolo del tempo che scorre e dell’eterno ciclo di vita-morte-vita.
La ruota simboleggia
l’idea di un movimento che si svolge su se stesso suggerendo un moto infinito.
La ciclicità
del tempo riflessa nella forma della rosa è riscontrabile anche in un proverbio
tedesco “il tempo porta rose” che esprime la convinzione speranzosa che
a dicembre segue sempre maggio. Quindi, secondo questa concezione, il periodo sterile
e letargico dell’inverno verrà sempre sostituito da quello vitale e fruttuoso
della primavera.
È bellissimo
notare come la rosa possa erigersi a simbolo dell’eterno ripetersi e allo
stesso tempo della caducità. Infatti, la rosa ha una breve durata: fiorisce e
appassisce nel giro di pochi giorni. Per questo molti poeti hanno utilizzato la
rosa come metafora della bellezza femminile e con essa della giovinezza che
appassisce con il trascorrere del tempo. Rosa come monito della transitorietà
della vita e di tutte le cose terrene.
Tuttavia, L’ambivalenza della rosa non finisce qui: l’effimera caducità della bellezza e della vita si contrappone alla visione della rosa come elemento di spiritualità, indice di uno stato elevato di pensiero slegato dalla bellezza materiale e tangibile.
Tuttavia, L’ambivalenza della rosa non finisce qui: l’effimera caducità della bellezza e della vita si contrappone alla visione della rosa come elemento di spiritualità, indice di uno stato elevato di pensiero slegato dalla bellezza materiale e tangibile.
Per spiegarvi
come la rosa possa veicolare simbolicamente la spiritualità vi farò un esempio
insolito, ma a mio avviso molto significativo ed emblematico.
Immagino che
la maggior parte di voi avrà visto, almeno una volta nella vita, il film di
animazione Disney: “La bella e la Bestia”. Ebbene, all’inizio del racconto
abbiamo un mercante che prima di partire per un lungo viaggio domanda alle sue
tre figlie che cosa desiderano ricevere in dono al suo ritorno. Le prime due
chiedono collane e gioielli d’oro. La minore, invece, dice: “Una rosa, soltanto
una rosa”. La sua richiesta simboleggia l’animo puro della fanciulla. Animo che
raggiunge il culmine della sua potenza spirituale nel momento in cui dichiara
il suo amore al mostro. In quel momento ella vede il mostro non per ciò che
appare, ma per ciò che è: una creatura profondamente buona, gentile e
affettuosa.
Riassumendo: rosa
come ruota che richiama la ciclicità del tempo, rosa come simbolo di caducità e
rosa come metafora di spiritualità ed essenzialità.
Più leggo più mi rendo
conto di quanto questo fiore, a noi così noto e scontato, nasconda in realtà
molteplici segreti, leggende, tradizioni, simboli e anche un profumo di magia.
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