Topia o Toppia
Linguistica e storia del giardino
Ricordo una tavolata sull’ aia, all’ ombra di una pergola di viti, in un’estate dei primi anni ’60. Con mia nonna e tutti i parenti contadini a mangiare “cundigiun”, “tajarin” e “cuniggiu” (tagliolini al sugo di coniglio). Questo ricordo ha tutta la forza evocativa del tempo mitologico dell’infanzia, dove le sensazioni, gli odori, le emozioni posseggono la forza primigenia di un atto fondativo, la matrice profonda della personalità. La pergola di tronchi di castagno, ombreggiata dai tralci di vite, era una struttura caratteristica delle case contatine, era chiamata “toppia” in dialetto ligure. La storia di questo vocabolo è interessante ed è strettamente collegata alla storia del giardino. Occorre risalire al mondo greco-ellenistico quando il termine “topia” si diffonde in Italia, tra la fine del II sec. a.C. e l’inizio del I. c., esso indicava un ‘‘luogo’’ piacevole o anche il ‘‘giardino ornamentale’’. Questi spazi erano tutte ‘‘realizzazioni del topiarius’’ (una specie di giardiniere, abile a creare scenografie di verzura). Nel giardino ornamentale romano il Dominus poteva abbandonarsi ai piaceri dell'otium e all'incontro conviviale, in una cornice prestigiosa che dimostrava lo status del proprietario.
Dopo la fine del mondo antico i giardini si estinguono e sopravvivono solo gli orti monastici con scopi utilitaristici.
File:Fabrication du verjus Wikipedia
Così la “topia”, nel latino medievale, va ad indicare esclusivamente un pergolato e con questo significato passa poi ai dialetti liguri-piemontesi e diventa “toppia”.
Stella, cacciatore, 1880 circa.
Fotografia di Alfred Noack. Positivo alla gelatina a sviluppo, 23x27 cm.
Centro DOCSAI - Genova- Segnalata da Francesco Bruno Faleno
I giochi di luce e ombra nella Toppia della Rosiera
Nell’ Italia del Rinascimento, con la riscoperta della cultura antica, si assiste allo sviluppo del giardino laico non utilitaristico (così detto “all’ italiana”) e viene recuperata l’idea dell’arte topiaria, cioè: la tecnica di potatura di cespugli e alberi, che è espressione della volontà umana di dare forma al paesaggio per realizzare un luogo avente una precisa e significativa identità. La potatura in forme regolari di piante sempreverdi non nasceva solamente da un gusto estetico, ma corrispondeva alla visione del mondo caratteristica dell’Umanesimo.
L’ uomo del Quattrocento pensava che la realtà fosse governata da leggi razionali e universali, che rendevano armonico il cosmo creato da Dio. Il giardino, con le sue forme regolari e immutabili, le proporzioni e le simmetrie scandite da piante scolpite in forme geometrizzate, rivelava la perfezione del mondo. Nel Cinquecento ispirate dal gusto per l’insolito e la bizzarria caratteristiche della cultura manieristica, alle semplici forme geometriche si aggiungono elementi architettonici di verzura e forme figurative, come gli animali mitologici, che vogliono sorprendere e meravigliare.
Arte topiaria Bosso - Buxus sempervirens
2021
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