Il giardino della Principessa (Gli elementi naturali)


Nel giardino di Ginevra, brillano fiori, danzano farfalle. 

Un’ illusione di eterna primavera. Ma quei fiori, quelle farfalle ci raccontano la fiaba della principessa dove non c’è un lieto fine, almeno in questo mondo.

Il giardino di Ginevra

Gli elementi naturali – varietà e significati simbolici.

 -Quarta parte-

In secondo piano, dietro la figura della principessa, è dipinta una siepe che appare come parte di un Hortus conclusum, che, nella tradizione medievale, era lo spazio dell’intimità, della meditazione, o, nelle rappresentazioni pittoriche, anche la manifestazione profonda di una personalità. Ma attraverso la tradizione biblica, l' Hortus era altresì considerato la rivelazione della perfezione e dell’armonia della natura, un paradiso terrestre e la promessa della beatitudine dopo la vita.

In realtà la siepe, dall’ aspetto apparentemente naturale, è poco realistica, avendo una limitata profondità, sembra quasi un arazzo fiorito. Si riconoscono solo due varietà di piante che crescono, normalmente, piuttosto basse e rade, quindi assolutamente inadatte a creare uno sfondo così denso ed elevato. Allora perché Pisanello, grande osservatore e conoscitore della natura, ha fatto questa scelta? 

 

                                  
Ricostruzione ipotetica della siepe

 La spiegazione sta, ancora una volta, nell’impostazione iconografica dell’arte tardo-gotica. Secondo la quale, nell’insieme, queste immagini sono intenzionalmente antinaturalistiche, perché la realtà a cui fa riferimento il mondo aristocratico non segue le leggi della realtà comune. L'arte è, perciò,  la manifestazione di una dimensione altra, esclusiva e trascendente. I singoli elementi naturali che la compongono sono si, estremamente realistici e descritti per la loro bellezza, ma, soprattutto, sono selezionati per il loro significato simbolico.

I fiori

Le piante della siepe sono comunemente presenti nella flora del Nord Italia e fioriscono tra la tarda primavera e l’estate, esse sono:

Identificazione del Dianthus sylvestris (Garofano selvatico)

 in un particolare del dipinto

Garofano silvestre (Dianthus sylvestris). Specie erbacea perenne alta da 10 a 30 cm. II fiore presenta cinque petali di varie tonalità di rosa o bianco, sono dentellati all’estremità e formano una corolla dal diametro fino a 2.5 cm. I pistilli sono sporgenti.

Nell’antica Grecia, era il fiore sacro di Zeus, da cui deriva il significato di “Dianthuscomposto dai termini greci divino ("dios") e fiore ("anthos"); mentre per gli antichi romani era il fiore di Giove. Era usato per realizzare ghirlande e corone in occasione di feste e riti religiosi. Nel processo di cristianizzazione dei simboli pagani si inserisce la leggenda medievale in cui si narra che le lacrime della Vergine Maria, quando vide il corpo senza vita del Figlio, caddero a terra e si trasformarono in garofani . Per questo in alcune regioni d' Italia si usa donare ai defunti con questi fiori.

Sia la mitologia greco-romana, sia la tradizione cristiana fanno originare questo fiore da storie d’ amore doloroso e dall' esito tragico, per tali motivi il suo significato simbolico è da ascrivere alla sfera degli affetti più intensi e profondi. Anche nella tradizione terapeutica il garofano agisce nella sfera della salubrità esistenziale, essendo considerato un toccasana per molti malanni, in particolare contro la febbre, ed è in grado di dare sollievo alle sofferenze d'amore.

 


Identificazione dell' Aquilegia, nota anche con i nomi di amor nascosto o amor perfetto.

 L’aquilegia (Aquilegia Vulgaris) appartiene alla famiglia delle Ranuncolaceae piante erbacee sempreverdi - vedi il nostro articolo: L’ Aquilegia, ambigua e intrigante è stata considerata, nel passato,  una pianta magica, associata alla luna e al Pianeta Venere, quindi alla sfera dell' Amore. Si pensava che fosse utilizzata dalle streghe nella realizzazione di filtri per manipolare legami affettivi, forse per queste ragioni, spesso è collegata ad aspetti negativi della passionalità come la Lussuria. Tra la molteplice varietà di significati attribuitile nel corso della storia, c’è anche quello che allude alla capacità di procreazione, particolarmente accentuata grazie alla sua eccezionale fecondità; infatti, in passato veniva posta sotto i materassi per contrastare l’infertilità. Con tutti questi rimandi, risulta assai arduo discernere il contenuto simbolico stabilito da Pisanello . Certo si possono riconoscere come quelli più coerenti, i temi riferiti alla personalità della principessa  e al suo tragico destino di moglie e di madre. Interessante ricordare l’appellativo dato dai francesi a questo fiore: Ancholie, che si collega al significato di “Malinconia”, forse non a caso, proprio la forma depressiva che ha consumato Ginevra, connotando semanticamente il fiore di una sfumatura di tristezza ed allusivo della morte.

 Le farfalle

 La risurrezione dei morti nella visione del profeta Ezechiele

Sinagoga di Dura Europos (244 d.C.).Siria.  Forse oggi distrutta dalla guerra

(part. elaborato) 

-La personificazione dell' anima é una giovane con le ali di farfalla.-

Gli insetti, da sempre, sono stati considerati pericolosi o molesti per la vita dell’uomo. Ad eccezione degli egizi che adoravano lo Scarabeo sacro (Scarabaeus sacer), in Occidente, solo due specie d’ insetti hanno sempre posseduto una valenza positiva: l’ape, per i suoi preziosi doni, e la farfalla per la sua stupefacente capacità di trasformazione (che oggi sappiamo essere non solo fisica, ma addirittura genetica).  Anticamente si credeva che, alla morte di un uomo, la sua anima uscisse dalla bocca, ed era rappresentata figurativamente in forma di farfalla. Come la farfalla si schiude volando libera, abbandonando la secca crisalide, così l’anima lascia le spoglie terrene attraverso l’ultimo respiro. Ma soprattutto la metamorfosi ha da sempre affascinato l’uomo, con i dolorosi e radicali passaggi che dal verme strisciante e ripugnante, portano al meraviglioso animale volante. La metamorfosi diventa significativa della trasformazione spirituale dell’essere. L’antico detto popolare che recita: “chi bello vuol venire, deve soffrire” coglie tutte le difficoltà che investono colui che percorre il cammino della crescita sia fisica, sia interiore. Così la farfalla è da sempre simbolo universale di bellezza effimera, e quindi di morte, ma anche di rinascita e di resurrezione, quindi di immortalità. Nel dipinto di Pisanello le varietà rappresentate con strabigliante precisione fotografica sono tre.


  Il Podalirio (Iphiclides podalirius) è una delle farfalle diurne della famiglia dei Papiolinidae tra le più grandi e appariscenti del nostro continente.
(vedi il nostro articolo: Vola, vola la più bella farfalla d' Europa).
  

Da due esemplari di Vanessa atalanta, un lepidottero appartenente alla famiglia Ninfalidi, di grandi dimensioni, diffusa in molte parti del mondo, grande migratrice si riconosce per l’elegante disegno a fasce di colore rosso carminio, con tacche bianche su fondo nero o bruno scuro. È una delle varietà più longeve e resistenti, infatti riesce a sopravvivere alla stagione invernale. 

 

Infine, sul bordo in alto a destra c’ è una Cavolaia maggiore (Pieris brassicae), una varietà diffusa ovunque; l'adulto può raggiungere circa 60 mm di apertura alare. Le ali sono bianche; quelle anteriori hanno le estremità sfumate di nero. La capacità descrittiva del pittore è talmente precisa che è possibile capire  che l’ esemplare ritratto è una femmina, per la presenza della macchia nera sulle ali anteriori.

 La disposizione delle farfalle nel ritratto della Principessa

 Il cielo 

 Scorci del cielo oltre la siepe

Il cielo, che si intravede oltre la siepe, non è un semplice sfondo, ma esso è dipinto da Pisanello con la caratteristica luminosità che precede l’aurora. 

 

 Alba sul Mar Ligure con la luce diffusa o scattering caratteristica dell' effetto Rayleigh

Infatti, in quell' ora antelucana, il sole si trova al di sotto dell’orizzonte dell' osservatore e i suoi raggi, percorrendo l' atmosfera, più o meno densa, subiscono complessi processi di diffusione e rifrazione della luce (effetto Rayleigh) per cui è possibile veder comparire sfumature rosa-violacee. Già Dante aveva osservato e descritto poeticamente questo fenomeno:

Io vidi già nel cominciar del giorno

la parte orïental tutta rosata,

e l’altro ciel di bel sereno addorno; 

e la faccia del sol nascere ombrata,

sì che per temperanza di vapori

l’occhio la sostenea lunga fïata: 

 (Dante Purg.,XXX22/27)

In questo caso la scelta di Pisanello dipende dal significato simbolico attribuito all'Alba, il passaggio dal buio alla luce è naturalmente l’archetipo della nascita o della rinascita, quindi della risurrezione.

La luce

Nell’arte tardomedievale i pittori utilizzavano differenti intensità della luce per definire la posizione di un oggetto in relazione agli altri che lo circondano. Per suggerire la maggiore profondità di un elemento, utilizzavano una convenzione artistica che non aveva riscontri nella normale esperienza percettiva. Infatti,  abbassavano il tono  dominante delle tinte, quindi la quantità di luce espressa da un  colore. Il risultato era uno sfondo molto scuro. Pisanello si avvale, esattamente, di questo sistema sia per la siepe, sia per il cielo. Il risultato è un netto stacco luministico, tra il primo piano della figura e lo sfondo. In questo modo l' incarnato della principessa risalta in modo ancor più evidente. Anche i fiori mantengono un grado elevato di luminosità e brillano contro il fogliame che è nettamente più cupo. Sembra quasi lo stesso risultato che un fotografo amatoriale ottiene con un colpo di flash, il quale illumina in modo troppo intenso ciò che si trova in primo piano, ma che non riesce a dissolvere l' oscurità più lontana. Inoltre la luce troppo intensa "sparata" frontalmente, ha l' effetto di annullare le ombre appiattendo i volumi.

„A noi venìa la creatura bella, | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.“

Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/148427-dante-alighieri-a-noi-venia-la-creatura-bella-biancovestito-e-n/
„A noi venìa la creatura bella, | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.“

Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/148427-dante-alighieri-a-noi-venia-la-creatura-bella-biancovestito-e-n/
„A noi venìa la creatura bella, | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.“

Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/148427-dante-alighieri-a-noi-venia-la-creatura-bella-biancovestito-e-n/

A noi venìa la creatura bella, | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.“

Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/148427-dante-alighieri-a-noi-venia-la-creatura-bella-biancovestito-e-n/
A noi venìa la creatura bella, | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.“

Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/148427-dante-alighieri-a-noi-venia-la-creatura-bella-biancovestito-e-n/
A noi venìa la creatura bella, | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.“

Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/148427-dante-alighieri-a-noi-venia-la-creatura-bella-biancovestito-e-n/
A noi venìa la creatura bella, | biancovestito e ne la faccia quale | par tremolando mattutina stella.“

Fonte: https://le-citazioni.it/frasi/148427-dante-alighieri-a-noi-venia-la-creatura-bella-biancovestito-e-n/

Conclusioni

Dall'analisi degli elementi figurativi risulta evidente che la loro selezione segue sempre una motivazione che va oltre la semplice, anche se abilissima, rappresentazione realistica. I diversi soggetti descritti, sono portatori di significati complessi, distillati da secoli di tradizioni e credenze. Proprio la presenza di questi nuclei simbolici aveva la funzione di informare lo spettatore sul messaggio profondo dell' immagine. In questo caso sono descritte, sia la personalità della principessa, sia il suo destino, oltre che la speranza e l'auspicio che si realizzi, per lei, un  riscatto in un altro tempo, in un altro mondo. 

Qui sui conclude questo labirintico percorso di ricerca. Forse il mistero dell’opera non verrà mai svelato completamente. La complessità di uno dei primi ritratti individuali, conservati dell’Arte Italiana, manifesta l' ineguagliabile abilità di Pisanello  nel rappresentare la natura, ma, soprattutto la sua capacità di rendere, attraverso la trasfigurazione artistica, la delicata personalità di Ginevra e il carattere tragico della sua esistenza.  

Tutto ciò che passa non è che un simbolo, l’imperfetto qui si completa, l’ineffabile è qui realtà, l’eterno femminino ci attira in alto accanto a sé”


Wolfgang Goethe. Faust 


 

 

 Santino Nastasi - 2022

 



 

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