Quando la Grande Madre governava il mondo
Una storia di fiori e divinità
Artemide Efesia
Artemide Efesia risalente al II secolo d.C. La statua rappresenta l'immagine cultuale presente nel tempio di Artemide a Efeso. detta anche multimammia è conservata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli.
Artemide Efesia Signora degli animali e della natura, divinità cosmica e della fecondità tra i vari attributi rappresentati spiccano i molti seni, per questo fu detta Polymastòs. In realtà essi fanno, sì riferimento alla potenza fecondatrice, ma a ben guardare l'assenza dei capezzoli ha avvalorato l' ipotesi che queste siano sacche scrotali di toro riempite di miele e date in offerta al simulacro; infatti le api e i fiori ricorrono regolarmente nelle decorazioni di cui è circondata la Dea. Inoltre, le sue esclusive sacerdotesse erano nominate Melisse (Api) e i sacerdoti guardiani del tempio portavano il nome di Fuchi. Quindi Artemide era l'Ape Regina, da lei tutto è generato e tutto è governato.
In illo tempore
All' alba della nostra storia, quando non c'erano ancora popoli, ma solo il genere umano, la Natura era tutto e l’uomo era parte di essa. Al di là delle mutevoli apparenze e dei fenomeni, però, la mente cercava una costante che svelasse il mistero del mondo. Qual era il fine di tutta quella vitalità che pervadeva le piante, gli animali e la stessa umanità? Poi uno capì, poi tutti capirono. L' energia che fluisce nei viventi vuole l’immortalità. Non quella del singolo, ma quella della specie. Proprio il meraviglioso susseguirsi delle generazioni rendeva la Natura potente e la Terra unica nell’ universo.
Ma il flusso vitale era eterno, incorruttibile o poteva indebolirsi, squilibrarsi e , addirittura, estinguersi? Angosciati da quella incertezza, alla fine gli uomini intuirono che doveva esserci una legge che governava e rendeva armonica l’esistenza del mondo. La identificarono nel concetto di Madre, la Grande Madre e le diedero la forma della femmina umana. La Donna rappresentava veramente la sintesi della vita. Come le piante è in sintonia con i cicli lunari, genera nuovi esseri, li nutre con l’alimento più ricco di energia del mondo, il latte, li fa crescere, li protegge, trasmette loro le conoscenze acquisite dagli antenati, è colei che ha colto i segreti conservati nella vegetazione, e presto imparerà a dominarla e a riprodurla, è accogliente e inclusiva, la donna ama e suscita amore. Così è assurta a custode dei cicli della vita Nascita-Crescita-Morte che permettono il rinnovamento dei viventi. Per tutto ciò essa è diventata il soggetto che più ha ispirato l’arte di tutti i tempi.
Venere di Laussel
La Venere di Laussel, scolpita tra 20.000 e 18.000 anni fa, in piena
era glaciale, è un raro esempio di bassorilievo preistorico. La sua figura
senza volto con le forme abbondanti e coperta di ocra rossa sono ispirate alla fertilità.
Le tredici linee scolpite sul corno capovolto, che tiene in mano, possono
corrispondere ai cicli lunari e mestruali.
Particolare del corno lunare
La natura addomesticata
Poi l'acquisizione delle capacità di addomesticare le piante e gli animali ha offerto la possibilità agli uomini di rompere la perfetta integrazione con la Natura. I gruppi umani hanno smesso di migrare per cercare i frutti delle stagioni. Sono diventati stanziali, hanno costruito villaggi e poi città. Si sono radicati legandosi ad un luogo, ciò ha permesso loro di sviluppare il senso della comunità, conquistando una nuova consapevolezza centrata sull’ identità collettiva. Questa identità si è manifestata nella facoltà, unicamente umana, della creatività linguistica. La lingua comune e universale delle origini è caduta nell’ oblio. Così si sono formati i popoli e le culture, ma anche la percezione dell’altro e del diverso. Tuttavia, la Grande Madre continuava a guidare le esistenze a dare un senso al mondo.
Poi, quaranta secoli fa, accadde che dalle steppe dell’Asia centrale arrivarono popoli guerrieri che non consideravano significative le qualità femminili, ma bramavano la conquista, il dominio la sottomissione. Erano coraggiosi, crudeli, spietati, competitivi. La barba era il segno di questa visione del mondo patriarcale. I loro dei erano regali, autocratici, eroi, dominatori e spesso fornicatori.
Particolare del bassorilievo in alabastro di Ashurbanipal cacciatore di leoni - 7° secolo a.C.
Ricostruzione digitale della policromia
Palazzo di Ninive
Il re Ashurbanipal sul carro da guerra contornato dalla sua guardia personale. Perfettamente descritta è la panoplia delle armi caratteristiche dei popoli guerrieri: spada corta, lancia, arco composito
Quale è stato il destino della Grande Madre detronizzata? Il suo ruolo totalizzante venne ridimensionato e tutte le successive divinità femminili saranno subalterne, soprattutto, saranno sorelle, mogli, figlie o amanti. Il suo immenso potere ancestrale venne frammentato in diverse facoltà più specializzate e circoscritte.
Banchetto reale del re Ashurbanipal e la sua regina Assursharrrat, bassorilievo.
Palazzo reale di Ninive (669-627 a.C.)
Ricostruzione digitale della policromia
Sotto una pergola di vite disteso su di un monumentale klìne, il sovrano solleva una coppa, la regina seduta su un trono posto ai suoi piedi è in una condizione più scomoda e gerarchicamente inferiore.
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