L' incredibile volo delle Gru
Le Gru chiaccherone
Il nostro pianeta da milioni di anni è attraversato da una infinita rete di invisibili percorsi corrispondenti agli elementi fondamentali della natura: terra, acqua, aria. L’ esigenza dei viventi di trovare le condizioni migliori di sopravvivenza attiva da sempre spostamenti che hanno una dimensione eroica e tragica, sia per la determinazione e le energie necessarie, sia per le difficoltà e i pericoli che si presentano incessantemente.
Gru euro asiatica - Grus grus -
Iliade - LIBRO III
Quando i due eserciti si schierarono, ognuno con il suo comandante,
si mossero i Troiani con clamore e grida, come fanno gli uccelli
quando nel cielo si spande lo strepito delle gru,
che fuggono l’inverno e la pioggia senza fine;
volano strepitando sulle correnti dell’Oceano
[…]
Qui il poeta individua i tratti caratteristici delle Gru:
la necessità di una lunga migrazione indotta dal clima e l’abitudine a emettere cacofoniche grida. Certo, questi volatili non sono considerati positivamente, anzi, appaiono come pavidi e veri emblemi del disordine inconcludente, cioè del CAOS che tanto angustiava i popoli antichi. Eppure, altri autori pur partendo dal modello omerico considerano questo grandioso fenomeno migratorio con una attenzione quasi etologica. Aristotele capisce che le grida non sono manifestazione di sconsideratezza, ma hanno una funzione comunicativa, perché contribuiscono alla coesione dello stormo durante il volo. Giovenale nel I sec. d.C. trasforma i richiami in una suggestiva sinestesia uditiva, cioè nella “nube sonora” che annuncia il passaggio dei migratori.
La classica disposizione di volo a V rovesciata delle gru assicura la massima efficacia aerodinamica e la mitigazione del consumo energetico.
Anche l' assetto di volo suscita ammirazione tra gli antichi, infatti, esso appare ordinato ed efficiente, con la caratteristica disposizione a V rovesciata. Al vertice della formazione si alternano individui nel pieno delle loro forze, che assumono l’onere di guida, ma anche, soprattutto, di fenditori dell’aria per agevolare l’avanzamento del cuneo dinamico. Questa strategia cooperativa e ancor più stupefacente se si considera la loro abilità nel trovare e mantenere la rotta giusta, sia con il sole che con le nuvole, sia di giorno che di notte. Tutto ciò attivando una serie di ancestrali esperienze trasmesse (per noi ancora in modo misterioso) e assimilate di generazione in generazione.
Durante il lungo tempo del volo migratorio le Gru attivano un continuo sistema di richiami con i quali trasmettono informazioni, che contribuiscono alla coesione del gruppo e che regolano l'assetto di volo della formazione.
La gru eurasiatica (Grus grus) è un
grande uccello alto fino a 120 cm, con un’apertura alare di 180–240 cm, e un
peso fino a 7 kg. Questi possenti uccelli possono viaggiare a una velocità compresa
tra i 60 e gli 80 km orari e riescono a coprire, in un solo giorno, distanze
tra i 300 e gli 800 km, volando ad altezze tra i 2mila e i 10mila metri da
terra. Si riproduce nelle aree paludose delle tundre e nelle foreste (Taighe) poste
a nord del continente euroasiatico. In autunno, scende a svernare nella
penisola iberica e nell’Africa settentrionale. In Italia è considerata rara da
circa un secolo ma, in tempi recenti si è registrato un aumento, inaspettato, sia
nella frequenza di avvistamenti, sia nelle dimensioni degli storni che ormai
contano centinaia di esemplari. Ciò dimostra una certa capacità degli animali e
in generale della natura di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
Addirittura, il nostro paese sembra essere sempre più la rotta preferita dalle gru stanziate intorno alle coste del Mediterraneo occidentale. In particolare durante il volo primaverile verso il nord Europa, la Liguria con le sue valli ortogonali alla costa si presta assai bene ad un agevole superamento degli ostacoli naturali come gli Appennini, le rotte continuano poi verso est attraverso la pianura padana sino all’ ultimo arduo varco alpino friulano.
La valle del torrente Sansobbia, in provincia di Savona, appare una direzione privilegiata dei flussi migratori provenienti sia dal Marocco e dalla penisola iberica, sia dal Magreb orientale attraverso la Sardegna e la Corsica.
Quest’ anno il passo delle Gru sembra anticipato di circa un mese e, come aveva descritto assai bene Omero, anche questi stormi sono stati inseguiti da una serie di perturbazioni atlantiche che per la loro intensità sembrano già essere le piogge dell’equinozio di Primavera.
Avere il privilegio di potere assistere al sonoro passaggio degli stormi di gru trasmette una sorta di esaltazione perché mette in risonanza la nostra parte più profonda con l’immensa e poderosa anima della natura, restituendoci il contatto con l’armonia universale. Sentirsi, come dicevano i filosofi del Rinascimento, parte del DIVINO ANIMAL. Sullo sfondo resta, però, un’eco di mestizia perché, visto i drastici cambiamenti climatici, questi fenomeni potrebbero essere gli ultimi prima di un inevitabile collasso.
Stella
Santino Nastasi
2024
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