Il Ginestrino, Darwin e la corrispondenza di amorosi sensi.







Il Ginestrino, Darwin e la corrispondenza di amorosi sensi.
Ovvero come una pianta può svelare le meraviglie della Natura



Ginestrino (Lotus corniculatus)

Quando nel 1987 ho cominciato a realizzare la parte di giardino che amo definire ligustico-informale, ero da tempo impegnato nello studio e nel riconoscimento delle piante caratteristiche dell'entroterra ligure. Sulla spinta di questo interesse decisi di impiantare nelle aiuole appena tracciate, esemplari della flora spontanea anche se, a quel tempo, queste piante non ricevevano alcuna considerazione da parte dei vivaisti locali. Varietà che solo recentemente hanno trovato commercializzazione sulla scia dei coltivatori anglosassoni, che da sempre hanno considerato e apprezzato la flora delle nostre latitudini.
Fu proprio durante una delle esplorazioni dei boschi a ridosso dell’Alta Via dei Monti Liguri che scoprii, sui bordi di una antica carbonaia, lo splendore della fioritura di un piccolo cespuglio, che solo dopo avrei scoperto essere un Ginestrino. I numerosissimi fiori di un giallo intenso, come quello amato da Vincent van Gogh, rilucevano su di una distesa di tenerissime foglioline verde smeraldo, che ne esaltavano ulteriormente il brillio.




Ginestrino (Lotus corniculatus)
 
 
Una pianta piena di risorse
 Il Ginestrino (Lotus corniculatus) è una leguminosa. Cresce spontaneo in tutte le regioni italiane, dal livello del mare sino alla montagna. Presenta una grande adattabilità riuscendo a vegetare bene in terreni di diverso tipo, da quelli secchi a quelli umidi. Avendo un apparato radicale robusto è in grado di colonizzare ambienti degradati ed è assai utile contro l’erosione. Fondamentale è la sua capacità di fertilizzazione del suolo, infatti è azoto-fissatrice (ciò è dovuto ad una interazione benefica con batteri -rizobi- attraverso la formazione di associazioni simbiotiche tra questo genere di batteri e le piante leguminose, le quali inducono la formazione di noduli radicali azotofissatori), rendendo disponibile per le altre piante l’altrimenti inarrivabile azoto atmosferico.




Il 24 novembre 1859 il naturalista inglese Charles Darwin pubblica - L'origine della specie ad opera della selezione naturale, ossia il mantenimento delle razze avvantaggiate nella lotta per la vita -, una delle opere cardine della storia scientifica.

Tutto ciò ci fa comprendere che la volgarizzazione della teoria evoluzionistica basata solo sulla competizione e la selezione delle specie che rende vincenti i più adatti, è solo una parte della dinamica della vita sulla terra. Esiste un’altra caratteristica che stabilizza un ecosistema, la cooperazione tra specie anche molto diverse. 
 
Dalle radici ai fiori
L’infiorescenza del ginestrino è formata da tre a sei fiori con un calice tubulare, riuniti su un lungo peduncolo, eleganti sì, ma non sono profumati.




Infiorescenza del ginestrino 
 

Allora perché attirano tantissimi insetti?





L'ape legnaiola o ape solitaria È uno dei primi imenotteri a comparire subito dopo l'inverno, si nutre di nettare e polline.

Il segreto sta nel colore


Per svelarlo occorre guardare nell’ abisso del tempo profondo e ritornare indietro di 130 milioni di anni fa quando apparvero le prime piante da fiore. In precedenza, per oltre 400 milioni di anni, le terre emerse del nostro pianeta, colonizzate dalla vegetazione ancestrale, presentavano un unico colore dominante: il verde. Con la sviluppo dei fiori le piante incominciarono a vestirsi di colori, ma questa nuova attitudine non si è sviluppata per una qualche forma di innato senso estetico, bensì per convenienza, cioè per realizzare il massimo successo riproduttivo.

Tra tutti i colori possibili il giallo. nelle diverse le tonalità. è quello più diffuso perché di maggiore utilità. Infatti, i pigmenti gialli sono ricchi di carotenoidi (che noi umani non siamo in grado di produrre) portatori di una funzione essenziale per la vita quella, cioè, di schermare le radiazioni ultraviolette (agente foto protettore) provenienti dal sole, le quali altrimenti danneggerebbero rapidamente gli enzimi cellulari, provocando nefaste mutazioni genetiche (vedi i nostri melanomi) portando inevitabilmente alla morte dell’organismo.



Il giallo, un super colore.
Ma c’è un’altra virtù del colore giallo che spiega il suo successo e in generale il motivo per cui le piante hanno sviluppato i fiori; infatti, tra piante e insetti esisterebbe un particolare linguaggio basato su segnali visivi. Nei pigmenti gialli sono presenti i carotenoidi in particolare la luteina, la quale è in grado di raccogliere le lunghezze d'onda della luce che la clorofilla nelle foglie non è in grado di assorbire, ciò permette ai petali una maggiore capacità di riflettere la luce nello spettro dell'ultravioletto. Ora occorre ricordare che la vista degli insetti impollinatori distingue soprattutto il giallo, l’azzurro e anche il risultato della combinazione di questi ultimi, ossia il blu verdastro. Soprattutto essi riescono a percepire l’ultravioletto, che vedono come un vero e proprio colore, per noi invisibile. Le differenti sfumature, nello spettro ultravioletto, indicano all’insetto il percorso e permette loro una localizzazione dei fiori molto precisa. Inoltre, nella parte centrale della corolla, sono presenti pigmenti che assorbono i raggi UV segnalando così che il fiore è ricco di nettare.
Questo incredibile complesso di relazioni tra ambiente, piante e animali, sviluppatesi nel corso di milioni di anni, dimostra come nel sistema naturale agisca uno specifico processo evolutivo (coevoluzione) basato su una reciproca influenza e cooperazione tra esseri di specie diverse.


Tutto questo perché?


Perché tutti i differenti esseri viventi devono, addirittura, la loro sopravvivenza a queste relazioni. Il 75% delle piante necessitano, per esistere, di essere impollinate dagli insetti per riprodursi e fruttificare regolarmente.



Bombo (Bombus) è un genere di insetti imenotteri della famiglia Apidae. Come le cugine api, i bombi raccolgono il nettare e il polline per nutrizione, producono miele in piccole quantità.Tendenzialmente innocui per l'uomo, sono tra gli insetti impollinatori più importanti e utili per l'ecosistema.

La presenza fondamentale degli insetti impollinatori in un ecosistema permette. quindi, il trasferimento del polline dalle parti maschili dei fiori (antere) alle parti femminili (stigma) di altri fiori compatibili, facilitando così il successo riproduttivo delle piante con la generazione di frutti e semi, che a loro volta diventano cibo anche per altri esseri.

Nella nostra esperienza quotidiana queste stupefacenti dinamiche e interazioni che avvengono nel sistema naturale ci sfuggono totalmente, sia per i limiti dei nostri sensi, ma anche soprattutto per la nostra inconsapevole ignoranza, che ci rende arroganti e ci illude di dominare questa meraviglia che è la vita del mondo.




Santino Nastasi - 2024



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